Prima di approdare a New York, ho vissuto gli ultimi 5 anni in Belgio. Le birre belga mi hanno fatto interessare a questo mondo, che, badate bene, vive e si nutre di passioni e di storie che vanno ben oltre l’insignificante paragone con il vino.
Lo stesso input causa la nascita del movimento di birre artigianali in Italia. Infatti Teo Musso alla fine del 1995, stregato dalla trappista Chimay, decide di convertire il suo pub Baladin a Piozzo (Piemonte) in un vero e proprio birrificio.
Questo avvia un effetto domino nella produzione di birra artigianale di qualità. Così anche nel nostro Paese nel giro di pochi anni si raggiungono ottimi livelli, tanto che in molti ristoranti viene introdotta la carta della birra. Insomma, sono finiti gli anni della pizza e Peroni in una rovente serata d’agosto.
La Nora, prodotta per la prima volta nel 2001, è un omaggio alla cultura brassicola egiziana, una delle più antiche del mondo. Il kamut, un antico cereale, viene sottoposto ad “alta fermentazione”, ed il mosto viene poi stabilizzato con una resina prodotta da una pianta della famiglia della mirra.
Giallo arancio, fine perlage e schiuma fitta rilasciano intensi profumi di agrumi, pepe e zenzero (addizionato durante la produzione). La bocca non viene mai appesantita dal sorso, un finale rilassante induce subito a versare un altro bicchiere.
Si esalta con un piatto elegante alla vista e leggero al palato, come il “Piccolo flan di zucca con carpaccio di lonza alle erbe” che trovate qui.
Enrico Nera (www.parliamodivino.com)