Il salotto culinario di Mariagrazia Picchi - Facebook
Il salotto culinario di Mariagrazia Picchi - Twitter
Il salotto culinario di Mariagrazia Picchi - Pinterest

il salotto culinario di Mariagrazia Picchi

food stylist - l'amore per il cibo e l'arte del ricevere - ricette

Navigation
  • Home
  • Ricette
    • Antipasti
    • Antipasti – pesce
    • Per i piu’ piccoli
    • Primi piatti
    • Secondi piatti
    • Contorni
    • Pesce – primi piatti
    • Pesce – secondi piatti
    • Piatti con verdure
    • Pizze
    • Torte e dolci
    • Biscotti
    • Dessert
    • Le ricette delle amiche
    • RICETTE DI BASE
    • SCRITTE PER IL CUCCHIAIO D’ARGENTO
  • EVENTI
    • Novità
  • RUBRICHE
    • Galateo e Arte del Ricevere
    • Beviamoci sopra
    • Enogastronomia
    • Le mie soste
    • Dicono di noi
  • Chi sono
    • Libri
    • Dicono di me
  • Immagini
    • Ricette del Cucchiaio
    • Piccoli Chef
    • ilsalottoculinario
    • Piatti
    • EMILIA NELL’AIA
  • Contatti

Terre del Timorasso 2009, Ricci

17 Maggio 2013 Di redazione Lascia un commento

In provincia di Alessandria, dove il Piemonte dà la mano alla Lombardia., il timorasso, giorno dopo giorno, si sta guadagnano uno spazio sempre più importante nel panorama vinicolo piemontese (e non solo).

Nel bicchiere ritroviamo la potenza di un’annata calda. Struttura da vino rosso con una freschezza da bianco rendono il Timorasso un vino  che impegna i sensi a 360 gradi.  Quattro anni rendono questo vino pronto ad affrontare il bicchiere: limpido, giallo dorato, reagisce lentamente alle oscillazioni del bicchieri formando archetti stretti.

Il naso all’inizio è un po’ timido ma con il passare dei minuti e riscaldando un po’ la coppa tra le mani acquista un frutto maturo: pesca gialla, melone, fieno e salvia.

I “ricordi” odorosi vengono anche richiamati dal gusto, con le papille messe a dura prova da un caldo alcolico leggermente smorzato da un’acidità timida ma costantemente presente.

Per esaltarlo a tavola servitelo con piatti che richiamino quanto più le note erbacee, come ad esempio agnolotti burro e salvia.

Enrico Nera (www.parliamodivino.com)

Archiviato in: Beviamoci sopra

Basilisco, 2005

13 Maggio 2013 Di redazione Lascia un commento

Basilisco, Aglianico del Vulture. Sud Italia, nord della Basilicata: i vigneti dell’agricola Basilisco si trovano a circa 450 metri sul livello del mare ai piedi del Monte Vulture, un vulcano spento. La zona ideale per l’aglianico – terreni ricchi di tufacea, silicio e potassio con sbalzi di temperatura permettono al vitigno venuto dalla Grecia di esprimersi al meglio.

Basilisco, nella mitologia greca, è il re dei serpenti che uccide con un solo sguardo. Tonalità rubino profonde non uccidono, ma sicuramente impressionano lo sguardo; leggeri riflessi porpora ondeggiano sulle pareti del bicchieri: la freschezza è ancora intatta. Il naso è intenso: pepe, cannella e menta vengono serviti su un vassoio di cuoio.

Al sorso sorprende la vitalità. È un vino sicuramente maturo ma ancora arzillo. Il tannino è tenuto vivo da una mineralità che rende il sorseggiare gradevole e aiuta l’acidità a tenere le briglie di una potenza alcolica non da poco (14 %).

Potenza e struttura nel bicchiere chiedono altrettanto nel piatto. Quindi non titubate e mettete in tavola piatti saporiti e piccanti come una succulenta pignata di pecora.

Enrico Nera (www.parliamodivino.com)

Archiviato in: Beviamoci sopra

Yeti Imperial Stout

10 Maggio 2013 Di redazione Lascia un commento

Yeti Imperial Stout – Great Divide Brewing Co. Distraendoci per un attimo dal vino, oggi parliamo di birra. Lo stile stout molti lo traducono con Guinness, la birra che ha annaffiato le adolescenze di molti. Non è sbagliato, ma non rende giustizia a questa famiglia di birre che conta stili molto diversi fra loro.

L’imperial stout sono così chiamate perché nell’Ottocento venivano apprezzate nella corte degli zar (da qui anche il nome imperial  russian stout). Hanno un gusto deciso e molto luppolato perché, come le migliori IPA, dovevano affrontare lunghi viaggi.

Quando sentono odor di luppolo le brewery americane non si tirano di certo indietro. Ecco la Yeti Imperial Stout direttamente da Denver, Colorado.  Una birra sicuramente non facile: con il suo naso strong e il suo gusto pastoso la bevuta si fa seria. Dark che più dark non si può, poca schiuma ma molto densa e compatta. Liquirizia, caffè d’orzo e legno bagnato si impadroniscono prima dell’olfatto e poi del gusto. Il finale amaro e l’alcol quasi da barley wine non facilitano la situazione.

Non è di facile abbinamento, io la consiglio da riflessione in compagnia (più che da meditazione da solo), accompagnandola con un sigaro caraibico. Se proprio volete mangiarci, qualcosa optate per un formaggio dal gusto deciso, come ad esempio un blue cheese.

Enrico Nera (www.parliamodivino.com)

Archiviato in: Beviamoci sopra Etichettato con: birra

Ca’ dei Zago – Prosecco doc col fondo

3 Maggio 2013 Di redazione Lascia un commento

Sì, nella bottiglia c’è un vero e proprio fondo di particelle precipitate, per lo più lieviti. La metodologia utilizzata prevede la presa di spuma in bottiglia senza sboccatura, il tappo a corona ne è la prova.  Insomma un Prosecco sui generis che strizza l’occhio allo Champagne.

Paglierino con cristallini riflessi verdi che abbelliscono il bicchiere con un’anidride carbonica non eccessiva, il perlage risulta comunque fine e di buona persistenza. Il profumo è intenso, con mela verde e pera a ricordare gli hard cider tanto cari ai newyorckesi. Una pasticceria delicata chiude il naso e apre la bocca, che viene riempita da una croccantezza atipica per un Prosecco. La bevuta risulta facile e molto dissetante.

Una bottiglia che attrae l’attenzione di tutti i sensi (e in tutti i sensi): i vostri commensali resteranno basiti quando vi vedranno scaraffare uno sparkling. Il servizio richiede attenzione e si può fare utilizzando un decanter, facendo bene attenzione a non travasare anche la “posa”. Per questo è bene aprire la bottiglia solo dopo alcune settimane che riposa in frigorifero, muovendola sempre con molta cautela. Consiglio ai più temerari di provare in un bicchiere a parte il succo di lieviti che resta sul fondo, è didattico!

Per quanto mi riguarda adoro pasteggiare con le bollicine, quindi per questo Prosecco col fondo trovo ideale un menù a base di crostacei con cotture non invasive.

Enrico Nera (www.parliamodivino.com)

Archiviato in: Beviamoci sopra

Tuscan Towers riserva, 2011

26 Aprile 2013 Di redazione Lascia un commento

“Tuscan Towers” riserva, 2011 – Pietro Beconcini Agricola. I vigneti si trovano a 150 metri sul livello del mare in provincia di Pisa, in un terreno costituito principalmente da arenaria e arricchito da fossili marini e argilla.

L’uvaggio è quello tipico del Chianti: 80% sangiovese, 20% canaiolo. Ventuno giorni di macerazione del mosto a contatto con le bucce e un affinamento in barrique di slavonia, con ulteriori 8 mesi in bottiglia prima della messa in commercio, forgiano una struttura, più che da riserva, da vero e proprio capitano.

Il leitmotiv è la freschezza: la vista è colpita da un rubino brillante imbellito da riflessi viola; al naso profumi di erbe officinali rendono dipendente l’annusata: mentuccia e salvia su tutte; il palato è soddisfatto da una mineralità quasi salmastra che ben si inserisce nell’elegante trama tannica. Ancora qualche anno per esprimersi al meglio.

Bevuto adesso si abbina molto bene ai salumi e alla trippa fiorentina. Fra 2 o 3 anni potrete sicuramente mettere nel piatto una succulente fiorentina.

Enrico Nera (www.parliamodivino.com)

Archiviato in: Beviamoci sopra Etichettato con: chianti, riserva, vino

Palai, Müller Thurgau delle Dolomiti 2009

19 Aprile 2013 Di redazione Lascia un commento

Palai, Müller Thurgau delle Dolomiti 2009 – Pojer e Sandri. Siamo a nord-est del lago di Garda, in provincia di Trento. Un Müller Thurgau in purezza che bevuto in età avanzata sprigiona una frutta matura ancora non stanca, con acidità vibrante nonostante gli anni.

Un paglierino dorato con ancora qualche riflesso verdolino preannuncia una frutta piena: pesca gialla, albicocca ma soprattutto agrumi (limone e pompelmo), con una delicata nocciola di sottofondo.

La bocca conferma il naso ed aggiunge una piacevole nota minerale derivata dalla roccia lavica a cui attingono nutrimento le viti del vigneto in località Palai.

La fragranza lo fa ben accompagnare con piatti aromatici: suggerisco gnocchi con burro e salvia oppure pasta asciutta ai funghi porcini.

di Enrico Nera (www.parliamodivino.com)

Archiviato in: Beviamoci sopra Etichettato con: muller thurgau

Meczan 2011 – J. Hofstätter

12 Aprile 2013 Di redazione Lascia un commento

Pinot Nero (Blauburgunder) base, con tappo a vite. Non fatevi spaventare dalle parole, per alcune aziende come quella della famiglia altoatesina Hofstätter, il termine “base” non indica nient’altro se non qualità, garantita dal nome e preservata dalla tappatura Stelvin. Un rosso porpora cristallino con leggerissimi riflessi granati ti invogliano a portare il bicchiere immediatamente alle labbra.

I sentori freschi di viola e fragolina stuzzicano, prima di riempire la bocca, il naso. Seguiti da una nota  leggermente speziata di chiodi di garofano. Il liquido accarezza il palato con morbidezza ed eleganza. Non urla, non è aggressivo, non graffia. Massaggia e sussurra. La bocca ne esce rilassata. Con il pollame e zuppe di legumi dà il meglio di sé.

Enrico Nera (www.parliamodivino.com)

Archiviato in: Beviamoci sopra Etichettato con: meczan

Ercole 2010

3 Aprile 2013 Di redazione 1 commento

Anche questa settimana restiamo nel Lazio. Regione ancora poco capita dal punto di vista “vinifero”. Ottime potenzialità, molte ombre, sprazzi di luce. Tra essi va annoverato sicuramente Ercole 2010 dell’azienda cooperativa Cincinnato. Siamo a Cori, piccolo paesino in provincia di Latina. Un vino rosso IGT prodotto con il nero buono. Nomen omen, ve lo assicuro! Un vino onesto, limpido non solo nel colore ma soprattutto in quello che vuole trasmettere: semplicità. Non cerca sofismi, non ha mille sfaccettature. Una sola chiave di lettura: freschezza ai frutti di bosco. Mora, lamponi e fragoline. La bocca si riempie di una polpa piena ma che non affatica mai il palato, con una discreta vaniglia ad incorniciare il tutto. Chiude una leggera mineralità che ti graffia piacevolmente la gola. In questo periodo abbiamo tutti bisogno di bere vini così.

Enrico Nera (www.parliamodivino.com)

Archiviato in: Beviamoci sopra Etichettato con: ercole, vino

Coenobium Rusticum 2010

26 Marzo 2013 Di redazione Lascia un commento

Un vino da Dio…è proprio il caso di dirlo. A Vitorchiano, provincia di Viterbo, c’è un monastero di suore cistercensi trappiste. Non chiedetemi cosa questo voglia dire, ma una cosa l’ho capita: la sanno lunga sul vino; e una l’ho apprezzata: il Coenobium Rusticum 2010. Un vino bianco prodotto tra le mura religiose, utilizzando trebbiano (45% – struttura), malvasia (35% – aromaticità quanto basta), e verdicchio (20% – spalla acida).

Alla vista ricorda il tanto bistrattato vino del contadino: ocra e non cristallino, ma senza vergogna. Anzi con fierezza. Il risultato è cercato e voluto attraverso 15 giorni di fermentazione con le bucce. Un’esplosione di spezie dolci e frutta bianca stramatura al naso. Ancora di più in bocca, piena e a tratti quasi pastosa. Ma sempre equilibrata.

Si beve facile, troppo: la bottiglia è subito vuota. 3000 bottiglie, numerate una ad una, di questo nettare divino. Gioco di parole facile ma dovuto, scusate.

Enrico Nera (www.parliamodivino.com)

Archiviato in: Beviamoci sopra Etichettato con: vino

  • « Pagina precedente
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
Copyright © 2022 IL SALOTTO CULINARIO di Mariagrazia Picchi
C&P 2014 srl - Via Don Gnocchi 1 - 43029 TRAVERSETOLO (RE) - P.I. 03545280137
Privacy Policy