Se vicino al nome del birrificio aggiungiamo Rimini, terrà di origine dei proprietari, la terza parola che viene in mente automaticamente è sicuramente Fellini. Il regista racconta in Amarcord, oscar come miglior film straniero nel 1975, i ricordi (“a m’arcord”, ovvero “io mi ricordo” in dialetto) di un giovane romagnolo.
La “linea” di birre AMA (bionda, bruna, mora) nasce dall’incontro dei mastri birrai con Garret Oliver, padre delle birre artigianali della newyorchese Brooklyn Brewery.
I rimandi con gli Stati Uniti non sono finiti, è tempo di spiegare la foto in copertina: l’autore del logo AMA, Milton Glaser, è il designer dello storico marchio “I NY”.
L’AMA bionda è a fermentazione alta, rifermentata in bottiglia, con aggiunta di miele di arancia. La delicatezza è la percezione più evidente che i nostri sensi elaborano: ambra chiaro e lucente sormontato da una schiuma fine non eccessiva. Le sensazioni catturate dall’olfatto e dal gusto concordano: pera “pizzicata” in un vasetto di miele.
Da provare assolutamente con pizza a base bianca arricchita da una mozzarella di bufala campana e foglie fresche di basilico, oppure con i panzerotti al forno che trovate qui ne IlSalotto.
di Enrico Nera (www.parliamodivino.com)