Il rosato (o rosé se preferite) è uno stile di vinificazione che ha sempre faticato ad affermarsi in Italia. Difficoltà dovuta alla leggenda (neanche tanto) che quel colore “rosa” non fosse dovuto al breve contatto delle bucce con il mosto ma all’abilità dell’oste di miscelare un vino rosso con uno bianco. O perché più semplicemente molti lo considerano né bianco né nero, né carne né pesce. Ma fortunatamente i dati degli ultimi anni indicano un cambiamento di rotta: i rosati si bevono e sono di ottima qualità.
Un 100% gaglioppo che cresce a Ciro’ in provincia di Crotone, in quel lembo di terra che potrebbe essere considerato il tallone d’Italia (geograficamente, non metaforicamente).
Come si legge sul sito dell’azienda, le uve diraspate vengono messe a macerare per circa 24 ore e successivamente, svinato il 60% del mosto si prosegue con una fermentazione a temperatura controllata a 14-16°C.
Il risultato è un rosa chiaretto brillante che rilascia ad ogni rotazione profumi di fragola di bosco, di ciliegia e di lampone. Elegante anche al gusto, con un’acidità che tesse la trama di un struttura robusta ma mai pesante.
Un vino che fa della duttilità la sua arma vincente in tavola. Accompagnatelo senza paura al piatto che avete deciso di servire, con disinvoltura riuscirà sempre a cavarsela.
Enrico Nera (www.parliamodivino.com)